top of page
Pagine del libro
Pagine del libro

OPERE EDITORIALI:
Libri fotografici

Le immagini di Franco Carlisi sono una selezione del più ampio progetto “Il Valzer di un giorno”, il cui libro è stato vincitore del Premio Bastianelli nel 2011 e del Premio Pisa nel 2013.

La selezione fotografica di Francesco Cito è parte del più ampio progetto “Matrimoni Napoletani” (o “Neapolitan Wedding”), vincitore del prestigioso World Press Photo nel 1995.

Copertina FINALE_GT.png

ROMANZO ITALIANO

Libro catalogo della mostra | Edizione limitata

Fotografie di Franco Carlisi, Francesco Cito

A cura di GT Art Photo Agency

Testi introduttivi di Giusy Tigano, Andrea Camilleri, Michele Smargiassi, Giusy Randazzo

Copertina cartonata rigida, 150 pagine

Edizioni Gente di Fotografia

Distribuito da GT Art Photo Agency (fino ad esaurimento copie)

IL VALZER DI UN GIORNO
Franco Carlisi

Libro VINCITORE PREMIO BASTIANELLI 2011 
e

VINCITORE PREMIO PISA 2013 

Seconda edizione

Testi : Andrea Camilleri, Alberto Giovanni Biuso, Pippo Pappalardo, Giusy Randazzo, Gaetano Savatteri, Gianmaria Testa.

Edizione: Gente di Fotografia

Lingua: Italiano/Inglese.
Formato: 240x320 mm.

 

29244729_428616047588003_1497519813235310592_n.jpg

CREDITS

L’occhio di Franco Carlisi coglie continuamente dei “fuori campo” e ce li restituisce, direi proprio da narratore, con straordinaria vivezza e intensità. 
Le foto matrimoniali di solito anelano all’evanescenza, alla leggerezza, alla purezza, alla solennità. Invece, attraverso lo sguardo di Carlisi, tutto diventa carnale, vissuto forte, reale, senza mezze tinte.

(Andrea Camilleri, prefazione libro)

...Pagina dopo pagina, immagine dietro immagine, storie, persone, atmosfere, incontri, come in un valzer, vengono trascinati, coinvolti nella storia di un giorno (?), di un istante (?); di sicuro, di sempre. E sono sorprese, incantamenti, agnizioni, rivelazioni. E il fotografo? Beh lui, Franco Carlisi, lui "batte" il tempo.
(Pippo Pappalardo, critico e storico della fotografia)

Nel Valzer di un giorno culture, tradizioni, usanze, memorie, consuetudini si fondono in una spirale emotiva che -attraverso le singole azioni, i più piccoli turbamenti, l'orgoglio di un momento sognato, la fatica incisa nel corpo antico, la fedeltà alla terra amata, il rispetto ai sacri penati - percorre la storia di un popolo.  
(Giusy Randazzo, curatrice)

Ogni scatto, anche quelli inseriti in un abbozzo di storiala cui articolazione sintattica appare più articolata, sembra il risultato di una rara alchimia, di un appuntamento epifanico affidato ad un privilegio elettivo. [...]. Un repertorio che attraversa un versante della ricerca fotografic che va da Giacomelli ad Ackerman, sullo sfondo del quale Carlisi costruisce un suo stile riconoscibile, una originale declinazione di realismo magico che può avere il suo equivalente letterario nella Sicilia allucinatoria, onirica, delle Conversazioni di Vittorini. 
(Tano Siracusa, Fotografo)

I corpi, la festa, la tensione, il sorriso, la carne, le luci, le chiese e le strade, i curiosi e le madri, i suoni e i silenzi, il battito pronto a dire sì, il distacco da ciò che fu, l'attesa dell'avvenire, gli abbracci per sempre e la potenza dell'adesso, il kalpoç. E tutto questo nell'istante di una foto, in uno scatto.
(Alberto Giovanni Biuso, Università degli Studi di Catania)

Non l’urgenza di un attimo da conservare a futura e immobile memoria. Queste fotografie sanno frugare fra le pieghe, rubano tempo al tempo, lasciano indovinare un prima e anche intravedere un poi; misurano a scatti la distanza fra il guardare e il vedere. 
(Gianmaria Testa)

E’ vita vera che irrompe nel mondo edulcorato della convenzione
(Tano Gullo, La Repubblica)

Il racconto procede per squarci, illuminazioni, intuizioni e scatti improvvisi che sembrano colti per caso. E rivelano la mente che, interpretando ciò che lo sguardo coglie, sa trarne simboli, auspici, tormenti, disagi e la gioia malinconica del "valzer di un giorno". Carlisi con questa mostra ha voluto essere più che fotografo testimone e interprete del nostro tempo.
(Salvatore Scalia, La Sicilia)

MATRIMONI NAPOLETANI
("Neapolitan Weddings")
Francesco Cito

Progetto VINCITORE WORLD PRESS PHOTO 1995
(3° PREMIO “Day in the life”)

Formato 32x25cm
Fotografie in bianco e nero
Testi di Renato Corsini e Michele Smargiassi
-
Zoom Editions Milano
Anno 2010

FUORI STAMPA / COPIE ESAURITE

 

World Press Photo.jpg

CREDITS

I matrimoni si caratterizzano anche geograficamente, quelli nel Sud dell'Italia sono più coinvolgenti e più coloriti nelle loro manifestazioni, spesso specchio dell'esuberanza interiore dei protagonisti. Napoli ed i napoletani ne sono ovviamente l'apoteosi. In una città dove tutto è invenzione e fantasia, alla ricerca di esasperata spiritualità, il "rito" delle nozze deve essere consumato in modo altrettanto eclatante, deve lasciare quel "segno" di cui solo loro ne sono capaci. In tutto questo Francesco Cito, da buono ed orgoglioso napoletano, ha giocato a fare quello di cui è protagonista assoluto: il fotoreporter, camuffato da fotografo di matrimonio. 
(Renato Corsini, prefazione al libro)

Cito affronta una "struttura" possente, coerente, collaudata, funzionante: il moderno matrimonio foto-genico nella sua fenomenologia più completa e pura. E la de-struttura [...] per comprenderla e smontarla con cura, con i guanti e il monocolo all'occhio, come si fa con il meccanismo di un orologio di cui, da fuori, si vedrebbe solo l'ostentato ticchettio e il circuito delle lancette.
Il reportage "laterale" di Cito si intrufola tra gli ingranaggi, li osserva, a volte ne ammira perfino il sapiente preciso movimento.[...]. Altre volte invece toglie una vite, smonta una rotella per vedere meglio, cambia punto di vista, smonta [...]. E poi alla fine rimonta tutto, in un ordine diverso, per capire se l'ingranaggio funziona lo stesso, oppure dove s'inceppa. Ecco, forse ho capito questo alla fine: che Cito questa volta non fa davvero l'antropologo, ma neppure davvero il reporter, anche se con i suoi Neapolitan Wedding ci ha vinto il World Press Photo. Fa l'orologiaio. Rimette in punto le immagini".

(Michele Smargiassi, prefazione al libro)

bottom of page