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LA CRITICA

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Andrea Camilleri

Scrittore

 

 

Testo introduttivo all'opera editoriale "Il valzer di un giorno"

di Franco Carlisi

2010

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Un legame sottile

Non accetto mai di scrivere per un artista se non conosco perfettamente il suo modo di lavorare. Se si tratta di un pittore, mi è indispensabile sapere perché e percome è arrivato a una certa pennellata, come ha mescolato il giallo e il rosso per ottenere quell’intensità d’arancione. Se si tratta di un fotografo, mi necessita conoscere con quale luce preferisce scattare, se stampa da solo le sue foto, quali correzioni vi apporta.                              
Insomma, necessito di una certa intimità con un artista per poterne parlare con piena cognizione di causa.

Con le foto di Carlisi m’è accaduto invece di trovarmi subito in una certa familiarità. Carlisi nemmeno lo conosco di persona e non sono neppure un assiduo di matrimoni, che è il soggetto unico di queste foto. E nemmeno perché i volti siciliani qui ritratti, maschili e femminili, mi siano ben conosciuti, in quanto sono degli stessi identici volti che immagino quando scrivo i miei romanzi.                           
Allora?
Allora forse si tratta di un legame più sottile.                                      

Carlisi non è il fotografo di un matrimonio, ma il narratore di un racconto  per immagini delle diverse vicissitudini di un matrimonio. Cercherò di spiegarmi meglio.
Le immagini di Carlisi non mostrano mai il rituale ufficiale e patinato di ogni matrimonio, il prete che benedice, lo scambio degli anelli, il gruppo dei testimoni, no, fortunatamente niente di tutto questo.

Un bravo fotografo quando prende degli scatti di matrimoni non si può permettere di perdere l’attimo (concedetemi il gioco di parole!). Eppure Carlisi mi manda delle magnifiche foto che sembrano essere state scattate un attimo prima o un attimo dopo di quando avrebbero dovuto esserlo. O sono leggermente in anticipo o sono leggermente in ritardo. Sicchè l’occhio di Carlisi coglie continuamente dei “fuori campo” e ce li restituisce, direi proprio da narratore, con straordinaria vivezza e intensità.
Uno sguardo assente, una sposa distratta, l’aspetto sofferente di un genitore per l’imminente separazione. Sono foto che non entreranno mai nell’album ufficiale autorizzato ad essere la matrice dei ricordi. La sarta che spezza coi denti un filo dell’immacolato abito della sposa stonerebbe.  
Le foto matrimoniali di solito anelano all’evanescenza, alla leggerezza, alla purezza, alla solennità. Invece, attraverso lo sguardo di Carlisi, tutto diventa carnale, vissuto forte, reale, senza mezze tinte. Guardate Delia 2007 o la sposa che allatta il bambino. Non sono un racconto di grande forza espressiva?

Taccuino e penna stilografica

La visione di Andrea Camilleri

<  L’occhio di Carlisi coglie continuamente dei “fuori campo” e ce li restituisce, direi proprio da narratore, con straordinaria vivezza e intensità.  >

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